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22nd Video Urology | World Congress | 2011 22nd Video Urology | World Congress | 2011
Lingotto Congress Centre Torino, Italy

Honorary Presidents: Arthur Smith - Salvatore Rocca Rossetti
Presidents: Roberto Mario Scarpa - Francesco Porpiglia
07-09 July 2011

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VENTENNALE CLINICA UROLOGICA AOU SAN LUIGI GONZAGA
Presidenti: Prof. Roberto Mario Scarpa, Prof. Dario Fontana
Presidente Onorario: Prof. Salvatore Rocca Rossetti
16-17 0ttobre 2009

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Azienda ospedaliera San Luigi Gonzaga Facoltà di medicina e chirurgia



World Congress of Endourology & SWL


27th WCE 2009 Munich, Germany * World Congress of Endourology & SWL
www.wce2009.de
October 6th - 10th 2009




PCA3 nella diagnosi del carcinoma della prostata: progresso nella continuità"


Convegno
"PCA3 nella diagnosi del carcinoma della prostata:
progresso nella continuità"
11 Luglio 2009

Sala Congressi ASO San Luigi - Orbassano


  Locandina                                                                                  Pieghevole  

Azienda ospedaliera San Luigi Gonzaga Facoltà di medicina e chirurgia presidio sanitario Gradenigo ospedale gradenigo torino



Programma preliminare Congresso del centenario


AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA
COORDINATORE COMITATO ORGANIZZATIVO: Giuseppe Vespasiani
PRESIDENTE SIU: Vincenzo Mirone





Università degli Studi di Torino
Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche
Cattedra di Urologia
Divisione Universitaria di Urologia
Direttore Prof. Roberto Mario Scarpa

Master Universitario Specialistico di II livello in
ENDOSCOPIA E LAPAROSCOPIA UROLOGICA

Corso post universitario di formazione per specialisti in Urologia
Anno accademico 2004 - 2005

Il Master Universitario di II livello in Endoscopia e Laparoscopica urologica, intende fornire agli specialisti in Urologia le competenze necessarie per un moderno e completo approccio diagnostico e terapeutico alle patologie dell'apparato urinario e genitale maschile che possano usufruire di un trattamento mini-invasivo.
In particolare i partecipanti verranno ad acquisire conoscenze riguardanti: strumentario endoscopico con particolare riguardo ai nuovi strumenti flessibili e ai loro accessori; fonti di energia per il trattamento della calcolosi urinaria (ultrasuoni, energia balistica, laser); trattamento conservativo delle neoplasie delle alte vie escretrice; trattamento della malattia del giunto pielo-ureterale, delle stenosi ureterali e uretero-intestinali; trattamento percutaneo di calcoli o neoplasie dell'alta via escretrice; strumentario laparoscopico di base e urologico; trattamento laparoscopico delle patologie surrenaliche; trattamento laparoscopico delle patologie renali; trattamento laparoscopico del carcinoma della prostata e della vescica; trattamento laparoscopico dei diverticoli vescicali.

SEDE DI SVOLGIMENTO DELLE ATTIVITA'

Clinica Urologica (Direttore Prof. R.M. Scarpa)
A.S.O. San Luigi - Regione Gonzole, 10 Orbassano (Torino)
Tel 011.9026558 - 011.9026533 - Fax 011.9038654
e-mail: master.endolaparo@libero.it
Sito internet:
www.urolaparo.com




77° CONGRESSO NAZIONALE della Società Italiana di Urologia
Milano, 19-23 giugno 2004
Abstract degli interventi della Divisione Universitaria di Urologia - ASO San Luigi

C269
NIFEDIPINA VERSO TAMSULOSINA NEL MANAGEMENT DELLA CALCOLOSI DELL'URETERE DISTALE: NOSTRA ESPERIENZA

fi. M. Scarpa, F. Porpiglia, G. Ohignone, C. Terrone, C. Scoffone, F. Ragni, S. Guercio
Divisione Universitaria di Urologia - ASO San Luigi - Orbassano Torino
Introduzione e Obiettivi:
Lo scopo del lavoro è quello di valutare e confrontare due diverse terapie mediche espulsive da noi impiegate nella gestione della litiasi ureterale distale.
Metodi:
Ottantasel pazienti affetti da litiasi ureterale distale (iuxtavescicale o intramurale) di diametro < 1 cm sono stati reclutati e suddivisi, mediante randomizzazione, in 3 gruppi. I pazienti del gruppo A (n=30) sono stati trattati con nifedipina 30 mg 1 compressa/die (per un massimo di 28 giorni) + deflazacort 30 mg 1 compressa/die (per un massimo di 10 giorni). I pazienti del gruppo B (n=28) sono stati trattati con Tamsulosina 0,4 mg 1 capsula/die (per un massimo di 28 giorni) + deflazacort 30 mg
I compressa/die (per un massimo di 10 giorni), i pazienti del gruppo C (n=28) non sono stati sottoposti ad alcuna terapia espulsiva. I pazienti del gruppo A e B sono stati invitati ad assumere terapia gastroprotettiva mentre tutti i pazienti sono stati invitati alla idroterapia ed alla terapia antidolorifica (Diclofenac 75 mg 1 fiala im al bisogno). Sono stati presi in considerazione i seguenti parametri: diametro dei calcoli, percentuale di espulsione, tempo di espulsione, impiego di antidolorifici, comparsa di effetti avversi.
Risultati:
II diametro medio dei calcoli è risultato 4.7, 5.42 and 5.35 mm per i gruppi A, B e C rispettivamente (p=NS). L'espulsione spontanea è stata registrata in 24/30 pazienti (80%) del gruppo A, 24/28 (85%) pazienti del gruppo B, 12/28 pazienti (43%) del gruppo C. La differenza, in termini di percentuale di espulsione, fra i gruppi A e C e tra i gruppi B e C è risultata significativa (p<0.05), mentre la differenza fra i gruppi A e B non è risultata significativa (p=NS). Il tempo necessario all'espulsione dei calcoli è risultato 9.37, 7.7 e 12 giorni per i pazienti del gruppo A, B e C rispettivamente. E' stata registrata una differenza significativa fra esclusivamente fra i gruppi B e C. (p<0.05). Il consumo medio di didofenac è risultato 19.5, 26, e 105 mg per paziente: è stata registrata una differenza statisticamente significativa tra i gruppi A e C e tra i gruppi B e C (p<0.05). Un paziente del gruppo A (3.5%) ed un paziente del gruppo B (3,5%) hanno riferito effetti avversi tali da richiedere la sospensione della terapia. (p=NS)
Conclusioni:

Le terapie mediche espulsive da noi impiegate (nifedipina+deflazacort e tamsulosi-na+deflazacort) si sono rivelate sicure ed efficaci, come dimostrato dall'aumento della percentuale di espulsione, dalla diminuzione dell'impiego di antidolorifici e dalla minima percentuale di effetti avversi.

C185
TERAPIA MEDICA ESPULSIVA CON NIFEDIPINA E DEFLAZACORT NEL TRATTAMENTO DEI CALCOLI URETERALI: ESPERIENZA CLINICA SU 228 PAZIENTI.

R. Tarabuzzi, F. Porpiglia, O. Ohignone, C. Terrone, S. Guercio, C. Cracco, C. Fiorì, C. Scoffone, R. M. Scarpa
Divisione Universitaria di Urologia A50 San Luigi Orbassano (Torino)
Introduzione ed obiettivi:
In questo studio retrospettivo riportiamo la nostra esperienza circa l'impiego di una
terapia medica espulsiva nel trattamento dei calcoli ureterali.
Metodi:
Abbiamo considerato i dati relativi a quei pazienti, (inviati ai nostri Ambulatori dal Dipartimento di Emergenza) con litiasi ureterale <1 cm, per i quali era stato proposto un approccio watchfui waiting e a cui, contestualmente, era stata prescritta una terapia medica espulsiva (nifedipina 30 mg per un massimo di 28 giorni + deflazacort 30 mg per un massimo di 10 giornrt. Abbiamo considerato', diametro e posizione dei calcolo, percentuale di espulsione spontanea, tempo necessario all'espulsione spontanea ed effetti collaterali legati alla terapia espulsiva. Le analisi statistiche sono state condotte mediante Student's test, chi square test, ANOVA test.
Risultati:

Sono stati inclusi nello studio 228 pazienti. (124 M, 104 F, età media 59 anni). Il diametro medio dei calcoli è risultato 4.8 mm (range 1.5- 9 mm), complessivamente l'espulsione spontanea del calcolo si è osservata in 150/228 in un tempo medio pari a
10 giorni.
Prendendo in considerazione la sede del calcolo in 96/228 pazienti presentavano un calcolo prossimale (diametro medio: 5.48 mm), 132/228 pazienti presentavano un calcolo distale (al di sotto della cresta iliaca), con diametro medio di 4.45 mm. (p<0.001). L'espulsione è stata registrata in 46/96 pazienti del primo gruppo e 104/132 dei pazienti del secondo gruppo (p<0.0001). Il tempo medio necessario all'espulsione del calcolo è risultato 11 giorni nel primo gruppo e 10 giorni nel secondo (P=NS)
Prendendo in considerazione il diametro del calcolo abbiamo registrato l'espulsione spontanea in 90/97 con calcolo < 5 mm, e 60/131 dei pazienti con calcolo > 5 mm.
11 tempo medio necessario all'espulsione è risultato 9.7 giorni nel primo gruppo (<5 mm) e 11 nel secondo gruppo (> 5 mm) (p<0.05). Cinque pazienti/228 hanno lamentato effetti avversi riferibili alla terapia; i sintomi sono regrediti con la sospensione della stessa.
Conclusioni:

II nostro studio evidenzia come questa terapia medica, grazie all'attività miorilassante del calcioantagonista e antiedemigena del corticosteroide, abbia permesso un elevato numero di espulsioni spontanee in un periodo di tempo relativamente breve. Inoltre lo studio evidenzia quanto la terapia sia ben tollerata dai pazienti, come dimostrato dalla bassa percentuale di effetti avversi registrati, Riteniamo pertanto che questa terapia rappresenti un efficace strumento nella gestione della litiasi ureterale non complicata.


C33
RISULTATI ONCOLOGICI NEI PRIMI 100 CASI DI PROSTATECTOMIA RADICALE LAPAROSCOPICA: RUOLO DELLA CURVA DI APPRENDIMENTO

fi. Tarabuzzi. F. Porpiglia, C. Terrone, R. M. Scarpa Divisione Universitaria di Urologia - ASO S. Luigi - Orbassano (TO)
Introduzione e obiettivi:
Scopo del lavoro è analizzare i risultati oncologici nei primi 100 casi di prostatectomla radicale laparoscopica, con particolare riferimento alla curva dì apprendimento Metodi
Dal luglio 2000 al settembre 2003 abbiamo eseguito 100 prostatectomie radicali con l'approccio laparoscopico transpentoneale. L'età media dei pazienti era di 63.7 anni, il Gleason score bioptico medio 58 ed il PSA medio 8.3ng/ml Tutte le neoplasie erano in stadio clinico localizzato. L'analisi anatomo-patologica è stata effettuata con la tecnica del tatuaggio della prostata con sezioni di 4mm. ed il margine e stato definito positivo quando le cellule neoplastiche raggiungono l'inchiostro. La casistica è stata quindi stratificata, confrontando i risultati oncologici nei primi 40 casi (gruppo A) e negli ultimi 60 (gruppo B). Per l'analisi statistica sono stati utilizzati il T-test, il test di Fisher ed il Chi-quadro. Per l'outcome oncologico sono stati valutati solo i pazienti con un follow-up minimo di 12 mesi e la progressione sierologia è stata definita per un valore di PSA > 0.2ng/ml.
Risultati:

Nessuna differenza è stata osservata tra i due gruppi per PSA, Gleason score e stadio patologici. Il margine è risultato positivo nel 39% del gruppo A e nel 27% del gruppo B (p=ns) e, relativamente allo stadio pT2, nel 15% del gruppo A e nel 8.3% del gruppo B (p< 0.05). Nell'analisi multivanata i fattori predittivi indipendenti di margine positivo sono risultati lo stadio patologico ed il PSA. Confrontando il rapporto sicu-rezza-efficacia nei due gruppi abbiamo osservato che, mentre la percentuale di margini positivi è risultata più elevata nel gruppo A, la morbilità è risultata sovrapponibi-le nei due gruppi. Nei pazienti valutabili, (follow-up medio: 17.9 mesi), il PSA risulta ndosabile nell'87.3%.
Conclusioni:

Riteniamo che le perplessità e le riserve di alcuni sull'efficacia oncologica della pro-statectomia radicale laparoscopica non siano giustificate. Durante la curva di apprendimento può risultare penalizzato l'aspetto oncologico, soprattutto nello stadio pT2. Tuttavia, dopo i primi 40-50 casi si possono ottenere percentuali di margini positivi sovrapponibili a quelle delle casistiche a cielo aperto.


C34
RUOLO PROGNOSTICO DELLA CROMOGRANINA A NEL CARCINOMA PROSTATICO ORMONO-REGRATTARIO

C. Terrone, R. Tarabuzzi, C. Cracco, S. Guercio, M. Poggio, C. Scoffone, f. Porpiglia, A. Berruti, A. Mosca, i. Dogliotti, R. M. Scarpa Dipartimento dell'Emergenza e dei rapianti di Organi
Introduzione:
II significato clinico della differenziazione neuroendocnna (NE) nel carcinoma della prostata (CP) è ancora controverso I tumori che dimostrano una differenziazione NE sono generalmente più aggressivi e mostrano una resistenza alla terapia androgeno-soppressiva. La differenziazione NE è più frequentemente espressa nei CP ormone-refrattan. La cromogranina A (CgA) è il principale marcatore impiegato per valutare la differenziazione NE sia a livello tessutale che plasmatico.
Materiali e metodi:

La CgA plasmatica (kit ELISA, DAKO, Glostrup-Denmark, range di riferimento 2-20 U/1) è stata valutata in condizioni basali in 108 pazienti consecutivi con CPormono-refrattario. Le caratteristiche dei pazienti erano le seguenti: età mediana 74 anni (range 58-86), performance status ECOG mediano 1 (range 0-3). 105 pazienti (97.2%) avevano metastasi ossee, 91 pazienti (84.2%) avevano valori di PSA elevati (mediana 97.0 ng/ml, range 0.1-3393.0). I valori plasmatici di CgA sono stati valutati modo prospettico dopo 3, 6 e 9 mesi in 50 pazienti sottoposti a chemioterapia (estramustina da sola in 15 pazienti, estramustina + docetaxel in 20 pazienti, epirubicina in 15 pazienti).
Risultati:
I valori basali mediani di CgA erano 17.3 U/l (range 3.0-394.0). Valori patologici erano presenti in 45 pazienti (43.3%). Valori elevati di CgA correlavano con una ridatta sopravvivenza: 11.1 mesi (range 3.5-18.7) versus 22.37 mesi (range 13.7-31,0) (p=0.02). Nell'analisi multivariata, la CgA plasmata risultava un fattore prognostico indipendente rispetto al PSA sierico [Hazard Risk 1.28 (95% confidence interval 1.08-1.53), p<0.005 versus Hazard Risk 1.10(95% confidence Interval 1.02-1,19), p=0.01]. Nei pazienti trattati con chemioterapia i valori mediani (range) di CgA plasmatica erano: 13.3 U/l (3.0-141.0) basale e 19.1 (3.0-486.0), 20.8 (3.0-702.0) e 39.4(3.0-414.0) dopo 3, 6 e 9 mesi, rispettivamente (p<0.01). Valori patologici erano presenti in 17/50 (34%), 23/50 (46%) and 34/50 (68%) (p<0.005).
Conclusione:
Valori elevati di CgA plasmata si osservano frequentemente nei pazienti con CP ormono-refrattario e correlano con una prognosi peggiore. La CgA rappresenta un fattore prognostico indipendente dal PSA. I valori di CgA plasmatica aumentano progressivamente durante la chemioterapia, indicando che l'espressione di un fenotipo NE nella malattia ormono-refrattaria è un fenomeno tempo-dipendente e non è influenzata dalla terapia citotossica.

CORSO SIU LAPAROSCOPIA DI BASE:
CHIRURGIA LAPAROSCOPICA DELLA LOGGIA RENALE

Direttore del corso: G. Bianchi
IL PROGRAMMA
8.30   INTRODUZIONE ALLA LAPAROSCOPIA:
          METODICHE DI BASE A. Celia STRUMENTARIO R. Tarabuzzi
9.10   INTRODUZIONE ALLA LAPAROSCOPIA:
          METODICHE DI BASE A. Celia STRUMENTARIO R. Tarabuzzi
9.50   SURRENALECTOMIA CON ACCESSO TRANSPERITONEALE G. Guazzoni
10.00 SURRENALECTOMIA CON ACCESSO RETROPERITONEALE F. Porpiglia
10.20 NEFRECTOMIA RADICALE TRANSPERITONEALE F. Porpiglia
10.50 TUMORECTOMIA F. Gaboardi
11.10 PLASTICA DEL GIUNTO V. Pansadoro
11.30 NEFRECTOMIA SEMPLICE RETROPERITONEALE V. Di Santo
12.00 RECENTAZIONE DI CISTI RENALE M. D'Anniento
12.15 BIOPSIA RENALE S. Micali

Finalità del Corso:
Nell'ultimo decennio la laparoscopia urologica ha avuto una crescita propulsiva, questo ha fatto si che molti urologi si siano interessati ad apprendere questa nuova tecnica mini invasiva. Le indicazioni urologiche comunque maggiormente accreditate sono a livello del rene e surrene, potendo avanzare l'affermazione che la nefrectomia e la surrenalectomia laparoscopica oggi sono il "Gold Standard" chirurgico.
Lo scopo di questo corso e stato quello di trattare le indicazioni alla chirurgia della loggia renale, partendo dai concetti di base come lo strumentario laparoscopico, per descrivere le singole indicazioni e tutte le possibili vie di accesso a questa regione anatomica. Per tal motivo sono stati individuati come Relatori i maggiori esponenti della laparoscopia Italiana. Noi riteniamo che questo corso riuscirà a migliorare la conoscenza laparoscopica dei discenti, invogliandoli ad iniziare questo tipo di chirurgia mini invasiva.


 

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